Autostrade per l’Italia Spa: sanzione da 5 milioni di euro per non aver ridotto i pedaggi

Autostrade per l’Italia Spa: sanzione da 5 milioni di euro per non aver ridotto i pedaggi

L’AGCM ha individuato nelle imprese di autotrasporto i soggetti maggiormente danneggiati dalla pratica commerciale scorretta. Il provvedimento dell’Autorità permette di richiedere il rimborso dei pedaggi delle tratte oggetto degli interventi straordinari di manutenzione, resi necessari dalla incuria di ASPI.
disagi autostrade

Condividi su

A seguito dell’istruttoria avviata a giugno 2020, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato Autostrade per l’Italia S.p.A. (ASPI) per non aver ridotto il pedaggio nei tratti autostradali in cui si sono registrate persistenti e critiche condizioni di fruibilità del servizio, con conseguenti lunghe code e tempi di percorrenza elevati. Tali disagi sono stati imputati ad una cattiva gestione e ad una scarsa manutenzione, da parte della società, di alcuni tratti autostradali che di conseguenza hanno richiesto interventi straordinari per la messa in sicurezza.
Ad essere state sanzionate sono le condotte che la società ha attuato sulle autostrade A/16 Napoli-Canosa, A/14 Bologna-Taranto, A/26 Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano.
Sui citati tratti autostradali, l’Autorità ha appurato una consistente riduzione delle corsie di marcia e/o specifiche limitazioni della velocità massima consentita su lunghi tratti delle Autostrade.
Non solo, l’AGCM ha rilevato che ad essere inadeguate sono state anche le modalità informative sulle eventuali procedure di rimborso, giacché le informazioni fornite si sono rivelate omissive, inadeguate e non idonee a compensare i disagi arrecati agli utenti.
Proprio a causa delle gravi carenze da parte della società nella gestione e manutenzione delle infrastrutture ad essa affidate in concessione, negli ultimi due anni i tratti autostradali in questione sono stati spesso interessati da consistenti disagi nella viabilità con conseguenti gravi danni all’economia, soprattutto nei settori secondario e terziario, e alle imprese di trasporto.
Secondo l’Autorità Antitrust tutto ciò è pienamente ascrivibile alla responsabilità di ASPI e tale condotta integra una pratica commerciale scorretta in violazione degli artt. 20, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo, in ragione della quale è stata comminata una sanzione, pari al massimo edittale, di 5 milioni di euro.
Proprio sulla base di questo provvedimento, i soggetti danneggiati potranno agire per ottenere il risarcimento di quanto ingiustamente pagato a titolo di pedaggio.
Tuttavia, come evidenziato dalla stessa Autorità, in considerazione della gravità della pratica e dei significativi danni arrecati agli utenti, nonché del fatturato specifico di ASPI nel solo anno 2019, la sanzione, seppur irrogata nel massimo edittale, non risulterebbe deterrente.
Invero, a nostro avviso, la condotta posta in essere sembra piuttosto costituire un abuso di posizione dominante, in quanto, concessionaria di un’infrastruttura autostradale, ASPI ha abusato della propria posizione, riducendo sensibilmente il proprio servizio e lasciando invariati, se non addirittura in alcuni casi aumentando, i costi dei pedaggi.
Dato il monopolio naturale in cui si trova ad operare, ASPI ha potuto diminuire la qualità del servizio in danno ai propri utenti, i quali, essendo costretti a percorrere i tratti autostradali di sua competenza, in assenza di valide alternative, si sono dovuti adeguare al disservizio senza ottenere alcun tipo di indennizzo.
Si evidenzia, infatti, come la riqualificazione dell’illecito in abuso di posizione dominante renderebbe, da un lato, più agevole la facoltà di richiedere il risarcimento a tutti i soggetti danneggiati, non solo a consumatori e micro imprese, e, dall’altro, permetterebbe all’Autorità di irrogare una sanzione ben superiore a 5 milioni di euro, giacché il massimo edittale per l’abuso di posizione dominante corrisponderebbe al 10% del fatturato annuo della società, un più che valido deterrente per ASPI dal perseverare nella sua condotta illecita.


Per maggiori informazioni, per chiarimenti o qualsiasi motivo che voi riteniate utile Vi invitiamo a contattarci

Le Competenze dello Studio


Contenzioso AGEA
Azioni Antitrust



Seguici nella nostra pagina Facebook. Premi MI PIACE e non perderai più nessuna notizia.

Facebook

Precedente

Subscribe to our mailing list

* indicates required